In Alto Adige le utility aumentano gli investimenti per l’auto elettrica

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In Alto Adige le utility aumentano gli investimenti per l’auto elettrica

1 Febbraio 2019 100% rinnovabili Alperia Articoli auto elettrica colonnine di ricarica Dolomiti Energia ricarica veicoli elettrici 0

In Alto Adige le utility dell’energia puntano sempre di più sull’auto elettrica, con l’idea di espandere i loro investimenti anche in altre regioni italiane.

Ed è questo il cuore dell’accordo appena siglato tra Dolomiti Energia e Alperia Smart Mobility: la prima entrerà con una quota del 50% nel capitale sociale della seconda e al termine dell’operazione sarà creata una nuova società, Neogy, interamente dedicata allo sviluppo della mobilità 100% elettrica.

Si partirà con le 350 stazioni di ricarica già presenti sul territorio altoatesino con l’obiettivo, si legge in una nota (neretti nostri), “di espandere capillarmente l’attuale infrastruttura di colonnine di ricarica” con punti di rifornimento pubblici e anche privati presso alberghi, centri commerciali, aziende, con una vasta offerta di soluzioni per fare il pieno di energia elettrica al proprio veicolo.

Un altro punto essenziale della strategia di Neogy, oltre ad aver pianificato “importanti investimenti” per ampliare le reti di ricarica “fin da subito anche ad altre zone del territorio nazionale” che non siano le province di Trento e Bolzano, è alimentare le colonnine con elettricità proveniente al 100% da fonti rinnovabili (idroelettrico in particolare), in modo da ridurre il più possibile le emissioni inquinanti dei veicoli elettrici nel ciclo di vita/utilizzo, cioè “dal pozzo alla ruota” (vedi anche QualEnergia.it).

E poi Neogy, termina la nota, intende garantire la massima facilità di accesso alle sue stazioni di ricarica, sia da parte di clienti Neogy e di società partner, sia da parte di clienti occasionali: è il tema della cosiddetta “interoperabilità” delle colonnine, che in Italia, a causa degli investimenti un po’ a macchia di leopardo realizzati finora da diversi soggetti, rischia di complicare ancora per un po’ la diffusione dei veicoli plug-in.

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