Bonus-malus auto, decreto in arrivo: sarà cumulabile con incentivi locali

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Bonus-malus auto, decreto in arrivo: sarà cumulabile con incentivi locali

4 Aprile 2019 Articoli auto elettriche auto ibride bonus-malus emissioni auto nuove immatricolazioni 0

Si sta per completare il percorso legislativo del bonus-malus ecologico per l’acquisto di nuove auto: il decreto applicativo è stato firmato dai ministri competenti (Sviluppo economico, Infrastrutture, Economia) ed è in fase di registrazione presso la Corte dei Conti.

Entro pochi giorni, quindi, il provvedimento dovrebbe uscire in Gazzetta Ufficiale.

A informare sullo stato di avanzamento di questa misura è lo stesso ministero dello Sviluppo economico, nel rispondere a un’interrogazione alla X Commissione della Camera di Alessandro Colucci e Manfred Schullian (gruppo misto) che chiedevano, in particolare, se il contributo per l’immatricolazione di un nuovo veicolo a basso impatto ambientale è cumulabile con agevolazioni analoghe a livello provinciale/regionale.

Nell’interrogazione si cita l’esempio di alcune regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano che concedono, a loro volta, dei contributi dedicati all’acquisto di vetture a ridotte emissioni inquinanti.

Su questo punto, il MiSE ha confermato che la norma primaria stabilisce esclusivamente che il contributo non è cumulabile con altri incentivi di carattere nazionale ed è compreso tra 1.500-6.000 euro in diverse fasce secondo la quantità di emissioni.

Ricordiamo di seguito i contenuti più importanti del provvedimento; dal primo marzo è già operativa la piattaforma online sul sito del MiSE dove si possono registrare i concessionari (vedi qui).

Come funziona il bonus-malus

Lo schema di premi e penalità è collegato direttamente alle emissioni medie di CO2 dei veicoli, quindi la sua logica è favorire la scelta di vetture a bassissimo impatto ambientale, quelle 100% elettriche o ibride plug-in (nel secondo caso si parla di motori termici abbinati alle batterie ricaricabili alle colonnine, così l’automobilista può percorrere qualche decina di km in modalità puramente elettrica).

Più in dettaglio chi comprerà un’auto con emissioni medie di anidride carbonica pari a 0-20 grammi/km riceverà 6.000 euro di sconto sul prezzo finale con la contemporanea rottamazione di un veicolo appartenente alla stessa categoria e omologato in classe Euro 1, 2, 3, 4.

Invece, chi acquisterà un veicolo con emissioni medie di biossido di carbonio tra 21 e 70 g/km otterrà un contributo di 2.500 euro sempre con la contestuale rottamazione di una vecchia auto.

Senza rottamazione il bonus scende: 4.000 e 1.500 euro per le due taglie di emissioni di CO2.

Per quanto riguarda il malus, invece, sarà suddiviso in quattro segmenti con relative emissioni inquinanti:

  • 161-175 g/km (1.100 euro)
  • 176-200 g/km (1.600 euro)
  • 201-250 g/km (2.000 euro)
  • oltre 250 g/km (2.500 euro)

Ricordiamo che inizialmente il governo aveva proposto una soglia più bassa da cui far partire il malus, intorno a 110-130 grammi di anidride carbonica in media per chilometro percorso, ma poi questa era stata alzata notevolmente per “salvare” le utilitarie come la Fiat Panda, che altrimenti sarebbero state colpite dalla penalità ecologica.

Così, in sostanza, è rimasta un’ampia prateria senza bonus né malus (da 70 a 160 g/km) e l’eco-tassa finirà per gravare sui modelli più grossi e pesanti, con motori benzina o diesel di notevoli prestazioni, magari accoppiati alla trazione integrale, quindi sostanzialmente le auto più sportive, alcune station-wagon, SUV-fuoristrada e qualche vettura di fascia media con motori meno “aggiornati” in tema di riduzione delle emissioni.

Qualche esempio

Per rimanere nell’industria nazionale, ad esempio, l’Alfa Romeo Giulietta 1.4 benzina da 120 cv sarà soggetta all’eco-tassa di 1.100 euro.

Mentre il bonus riguarderà quei modelli elettrificati – ancora abbastanza pochi in verità – già lanciati sul mercato dalle case automobilistiche; ecco qualche esempio: BMW i3, Nissan Leaf, Renaul Zoe per le elettriche “pure”, Hyundai Ioniq, Kia Niro e Toyota Prius per le ibride plug-in (l’acronimo esatto per queste ultime è PHEV, Plug-in Hybrid Electric Vehicle).

Peccato che le ibride plug-in siano tra le auto più costose in questo momento, perché includono tutte le tecnologie, da quelle tradizionali (motore termico) a quelle più innovative (batterie al litio ricaricabili) e si collocano perlopiù nelle categorie premium.

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