Sette ragioni per cui l’Europa deve investire di più nel fotovoltaico

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Sette ragioni per cui l’Europa deve investire di più nel fotovoltaico

4 Febbraio 2020 Articoli Green Deal industria fotovoltaico investimenti fotovoltaico prezzi fotovoltaico SolarPower Europe strategia industriale 0

L’Europa deve definire una strategia più ambiziosa, chiara e lungimirante per promuovere le energie rinnovabili e il fotovoltaico in particolare.

Questo l’appello che arriva dalla lobby del settore, SolarPower Europe, insieme con diversi istituti di ricerca (l’ultima adesione in ordine di tempo è quella del tedesco Fraunhofer ISE), quando manca un mese alla prima comunicazione ufficiale della Commissione Ue sulla strategia industriale europea nell’ambito del programma per il Green Deal.

Per convincere Bruxelles a prendere il più seriamente possibile le richieste dell’industria FV, SolarPower Europe ha pubblicato un documento che riassume sette motivi che dovrebbero spingere l’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen a favorire lo sviluppo del fotovoltaico in Europa.

Tra questi, uno dei più importanti è la crescita attesa del fotovoltaico nel nostro continente nei prossimi decenni: si citano, in particolare, le stime di Bloomberg New Energy Finance e della Lappeenranta University of Technology, secondo cui il solare coprirà, rispettivamente, il 36% della domanda elettrica europea nel 2050 e il 69% sempre nel 2050, nello scenario del 100% di rinnovabili costruito dai modelli teorici dell’università finlandese.

Un altro fattore decisivo, si legge nel documento, è la forte riduzione dei prezzi del fotovoltaico negli ultimi vent’anni, da circa 5.000 euro in media per kW nel 2000 a 196 euro/kW oggi. Tanto che produrre energia elettrica con i pannelli FV in grandi parchi utility-scale costa meno rispetto all’utilizzo di fonti fossili: siamo sotto 0,04 euro/kWh (vedi anche qui).

Terzo motivo che dovrebbe favorire gli investimenti nel fotovoltaico, sostiene SolarPower Europe, è la creazione di nuovi posti di lavoro.

Ricordiamo che un recente studio dell’università di Lappeenranta ha stimato che nel 2050 ci saranno 22 milioni di occupati nella filiera FV su scala globale; mentre l’Agenzia internazionale delle energie rinnovabili (IRENA: International Renewable Energy Agency) nel suo ultimo rapporto sui “colletti verdi” ha stimato in circa 11 milioni i posti di lavoro direttamente associati alle fonti rinnovabili su scala mondiale nel 2018, di cui 3,6 milioni nel fotovoltaico.

Tra l’altro, la stessa SolarPower Europe alla fine dello scorso dicembre ha evidenziato che il fotovoltaico europeo è entrato in una nuova fase espansiva con oltre 16 GW installati nel 2019 nei 28 Stati membri Ue, +104% rispetto al 2018.

E lo scenario intermedio prevede una crescita del 26% nel 2020 con 20-21 GW di potenza installata nel nostro continente, per poi continuare a salire nei tre anni successivi.

Insomma le ragioni per fare del fotovoltaico uno dei pilastri del Green Deal e più in generale della futura strategia industriale europea ci sono tutti, senza dimenticare l’impulso verso la generazione distribuita con l’autoconsumo elettrico collettivo, che inizia a farsi sentire (anche in Italia) grazie alle norme inserite nella direttiva Ue RED II sulle rinnovabili.

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