Nel 2020 in Europa fino a un milione di auto elettriche vendute. Basterà per tagliare le emissioni?

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Nel 2020 in Europa fino a un milione di auto elettriche vendute. Basterà per tagliare le emissioni?

11 Settembre 2019 Articoli auto elettrica auto ibride dieselgate elettrificazione emissioni auto emissioni CO2 auto fca plug-in Tesla test emissioni auto vendite Volkswagen 0

In tutta Europa il prossimo anno si potrà vendere fino a un milione di auto elettriche con una quota di mercato intorno al 5% del totale, destinata poi a raddoppiare al 10% circa nei dodici mesi successivi.

Questo è il dato principale diffuso da Transport & Environment (TE), l’organizzazione indipendente no-profit che già ad agosto parlava di una possibile svolta “di massa” per la mobilità elettrica nel 2020-2021, grazie soprattutto alla maggiore offerta di modelli in commercio nei vari paesi.

Modelli che passeranno da una sessantina alla fine del 2018 a quasi 180 nel 2020 e oltre 200 un anno più tardi, considerando sia le vetture elettriche “pure” alimentate esclusivamente dalle batterie (BEV: Battery Electric Vehicle), sia quelle ibride ricaricabili con un motore a zero emissioni coadiuvato da un propulsore termico tradizionale a benzina o gasolio (PHEV: Plug-in Hybrid Electric Vehicle).

Finora, spiega TE nel nuovo rapporto sull’evoluzione del mercato automobilistico, Mission Possible (allegato in basso), le emissioni medie dei nuovi veicoli immatricolati in Europa sono rimaste elevate a causa di tre fattori, tra cui il boom di vendite di SUV – balzate al 36% del mercato complessivo nel 2018 – che di norma emettono circa 16 grammi di CO2/km in più in confronto a una berlina a due volumi.

Inoltre, si legge nello studio di Transport & Environment, i costruttori hanno rallentato la diffusione di modelli elettrificati per continuare a vendere le auto con motori a combustione interna, e per di più hanno evitato di aggiornare le versioni a benzina/diesel con le tecnologie più “pulite” disponibili, che avrebbero consentito di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2.

Senza dimenticare che le case hanno sistematicamente alterato i test su emissioni e consumi utilizzando software illegali e trucchi di vario tipo, anche negli anni successivi al vero e proprio dieselgate.

Così il traguardo dei 95 grammi di CO2/km fissato da Bruxelles per il 2020-2021 è rimasto lontano.

Tuttavia, prosegue il documento, le case auto sono ancora in tempo per colmare il ritardo e raggiungere l’obiettivo concordato con la Commissione Ue.

Ogni marchio dovrà vendere una certa percentuale di veicoli elettrici in base alla sua strategia globale di mercato per l’Europa.

In sostanza, spiega TE, i costruttori potranno anche investire maggiormente in soluzioni tecnologiche con cui diminuire le emissioni delle vetture termiche, incluse quelle ibride che non si possono ricaricare alla presa di corrente; ridurre le vendite dei modelli più inquinanti e incoraggiare i clienti a scegliere versioni con motori meno potenti; allearsi con altre case che producono vetture 100% elettriche, come ha fatto FCA con Tesla (il cosiddetto “pooling” delle flotte auto che consente di fare una media complessiva delle emissioni dei marchi coinvolti).

Tra i marchi nelle migliori posizioni per tagliare il traguardo dei 95 grammi di CO2/km, secondo gli esperti di Transport & Environment, figura al primo posto Toyota, che in questi anni ha puntato massicciamente sui modelli ibridi, poi Renault-Nissan grazie alla produzione di alcune delle prime vetture elettriche (Nissan Leaf e Renault Zoe), Volkswagen con il prossimo lancio della “famiglia” elettrica ID.

Intanto in Italia le vendite di vetture “alla spina” vanno relativamente bene, ma sono ancora ben sotto l’uno per cento del mercato complessivo: vedremo se il quadro cambierà nella direzione indicata da TE.

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