Le mega-batterie al litio da oltre 100 MW per sostituire la generazione a gas

Laboratorio Metrologico Ternano

Le mega-batterie al litio da oltre 100 MW per sostituire la generazione a gas

5 Settembre 2019 accumuli accumuli rete Articoli batterie storage california elon musk fonti fossili vs rinnovabili grandi impianti stati uniti Tesla 0

Finora nessuno ha battuto Elon Musk: la super-batteria Tesla da 100 MW/129 MWh entrata in funzione nel 2017 presso un parco eolico in Australia (Hornsdale Power), resta il sistema per l’accumulo energetico al litio più grande del mondo.

Ma il primato di Musk è destinato a essere superato entro pochi anni, stando ai maxi progetti in corso di sviluppo in varie parti del globo.

Dalla fase pioneristica costituita da investitori precoci (early adopter) che credono in una tecnologia innovativa come quella delle batterie per la rete – nel caso di Tesla è stata una vera e propria scommessa di Musk: farò l’impianto in cento giorni o sarà gratis – si sta entrando in una fase più matura, aperta all’ingresso di altri attori e iniziative ancora più ambiziose.

Insomma: si comincia a parlare sul serio di future realizzazioni con potenze per centinaia di MW.

Così GTM Research ha ricapitolato i progetti con batterie al litio da almeno 100 MW già costruiti oppure commissionati e in cantiere.

Certo, non saranno loro con ogni probabilità a risolvere tutte le esigenze di un sistema elettrico alimentato sempre più con fonti rinnovabili intermittenti (eolico e fotovoltaico), perché nemmeno la più enorme delle installazioni con celle al litio, tra quelle pianificate, potrà fornire energia sufficiente a rimpiazzare totalmente le fonti fossili.

Resta il problema dell’accumulo di lunga durata (giornaliero, settimanale, stagionale) che si sta provando ad affrontare con soluzioni di diverso tipo, ad esempio l’accumulo per gravità: la start-up Energy Vault punta a creare una torre con bracci meccanici che sollevano/calano blocchi di calcestruzzo con la stessa logica di carica/scarica di un pompaggio idroelettrico (vedi qui) in modo da sfruttare l’energia prodotta in eccesso dai grandi parchi eolici e solari.

Tra i progetti citati da GTM Research, tutti negli Stati Uniti con l’eccezione della pietra miliare australiana di Tesla, figurano tre impianti da 100 MW/400 MWh la cui entrata in esercizio è prevista nel 2020-2021.

Due di questi – Strata Oxnard e AES Alamitos – saranno in California e andranno a sostituire unità di generazione a gas, alcune esistenti di prossima chiusura e altre che si pensava di costruire per assicurare energia di picco nei periodi di elevata domanda sulla rete.

Quindi le mega-batterie non si limiteranno a fornire servizi più basici come la regolazione di frequenza, ma garantiranno la disponibilità “al bisogno” di un certo volume di elettricità.

Il terzo impianto da 100 MW/400 MWh, AES Arizona, sarà costruito per rispondere ai bisogni dell’utility Arizona Public Service, che ha necessità di potenziare la fornitura elettrica nelle ore serali sfruttando però l’abbondanza di risorsa solare sul suo territorio.

E poi Tesla, di nuovo: nel 2020 in California ci sarà anche l’installazione da 182,5 MW/730 MWh a Moss Landing, con cui Tesla potrà partecipare ai diversi mercati e servizi energetici sulla rete gestita da CAISO (California Independent System Operator).

Dopodiché si sale ancora di taglia, con l’impianto NextEra Skeleton Creek da 200 MW/800 MWh che sarà una mega parco ibrido con solare, eolico e batterie, il cui completamento è in calendario per il 2023.

Ancora un gradino più su con Vistra Moss Landing da 300 MW/1.200 MWh, un altro impianto gigantesco che dovrà ridurre la dipendenza californiana dal gas, per poi giungere al progetto più grande di tutti, FPL Manatee Energy Storage Center da 409 MW/900 MWh in Florida.

Anche quest’ultimo servirà a immagazzinare il surplus energetico del fotovoltaico e renderlo disponibile su richiesta nei momenti di maggiori consumi sulla rete, eliminando la necessità di contare sulle unità di picco alimentate a combustibili fossili (gas peaker).

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