In Germania ok definitivo alla nuova carbon tax su edifici e trasporti

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In Germania ok definitivo alla nuova carbon tax su edifici e trasporti

3 Dicembre 2019 Articoli carbon pricing carbon tax edifici ETS europeo germania mercato CO2 mercato del carbonio politiche energetiche prezzo CO2 trasporti 0

È arrivata l’ultima luce verde in Germania per far partire la nuova carbon tax nei settori non coperti dal mercato ETS europeo (Emissions Trading Scheme), edifici e trasporti.

Nella seduta del 29 novembre, infatti, il Consiglio federale tedesco (Bundesrat) ha approvato in via definitiva uno dei provvedimenti-cardine del piano per l’azione climatica al 2030, dopo il precedente voto favorevole del Bundestag.

Il piano, svelato a settembre da Angela Merkel, era poi sfociato a ottobre nella prima legge tedesca contro il cambiamento climatico (Klimaschutzgesetz), corredata da un programma di misure con cui raggiungere gli obiettivi ambientali (Klimaschutzprogramm).

In pratica, il nuovo mercato nazionale della CO2 servirà a far pagare le emissioni di anidride carbonica a chi inquina di più, attraverso un meccanismo di carbon pricing basato su quote di emissione: si partirà da 10 euro per tonnellata di CO2 nel 2021, per poi salire gradualmente a 35 €/tCO2 nel 2025.

Così tutte le aziende che commercializzano carburanti fossili per l’utilizzo negli edifici e nei trasporti, spiega una nota di sintesi del Bundesrat (vedi link in fondo all’articolo), tra cui olio combustibile, gas naturale, carbone, benzina e gasolio, dovranno acquistare i certificati nazionali corrispondenti alle emissioni di gas serra dei loro prodotti.

Il “vero” meccanismo di mercato partirà nel 2026 quando tutti i certificati/diritti all’inquinamento saranno messi all’asta, quindi il loro valore si formerà nell’incrocio tra domanda e offerta, entro un corridoio di prezzo minimo-massimo pari a 35-60 euro per tonnellata.

Inoltre, l’ammontare complessivo delle quote di CO2 sarà limitato annualmente, allo scopo di facilitare il raggiungimento dei traguardi climatici al 2050.

Tuttavia, la carbon tax tedesca ha incassato le critiche di molte associazioni, non solo quelle ambientaliste, perché si ritiene che il prezzo di entrata (10 euro) sia troppo basso e che, di conseguenza, non riuscirà assolutamente a stimolare maggiori investimenti in tecnologie più efficienti e pulite, almeno per i primi anni.

Nella stessa seduta del 29 novembre, il Consiglio federale ha anche approvato la legge per la protezione del clima, che punta a tagliare almeno del 55% le emissioni di CO2 nel 2030 in confronto al 1990, fissando dei tetti annuali alle emissioni in tutti i settori dell’economia, oltre al provvedimento che farà aumentare la tassa sui biglietti aerei dal primo aprile 2020, in modo da riflettere più adeguatamente l’impatto ambientale dei velivoli rispetto alle altre forme di trasporto (le ferrovie in particolare).

Altre misure fiscali collegate al pacchetto-clima, invece, sono state demandate al comitato di conciliazione Bundestag-Bundesrat: la prossima riunione dell’organismo comune è prevista il 9 dicembre.

Tra le misure da vagliare, anche alcune diciamo “compensative”: Iva ridotta al 7% per i biglietti ferroviari a lunga percorrenza, bonus di mobilità per i lavoratori a basso reddito, aumento dell’indennità per i pendolari da 5 a 35 cent€/km dal 2021, agevolazioni per i proprietari di case che eseguono misure di riqualificazione energetica.

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