Il clima impazzito sta facendo produrre di più l’eolico

Laboratorio Metrologico Ternano

Il clima impazzito sta facendo produrre di più l’eolico

20 Novembre 2019 Articoli Clima correnti oceaniche crisi climatica Eolico impatti climatici produzione eolica ventosità 0

La crisi del clima è un male. Ma come si sa, non tutte le forme in cui un male si manifesta vengono per nuocere.

Una (magra) consolazione potrebbe essere il caso dell’intensificazione dei venti che i mutamenti climatici starebbero determinando e della produzione eolica, che di tale possibile maggiore ventosità potrebbe beneficiare. È quanto emerge da un nuovo studio.

Un team internazionale di ricercatori ha infatti analizzato i dati di 9.000 stazioni meteorologiche sparse per il mondo a partire dalla fine degli anni ’70, e ha notato che la velocità del vento è aumentata inaspettatamente dopo un rallentamento durato per tre decenni.

Secondo lo studio, velocità del vento più elevate del previsto potrebbero contribuire ad aumentare la quantità di elettricità rinnovabile generata da ciascuna turbina eolica di oltre un terzo a 3,3 milioni di kWh entro il 2024.

I ricercatori hanno ipotizzato che i cambiamenti delle correnti oceaniche, legati al surriscaldamento dell’atmosfera, potrebbero aver innescato un rapido aumento della velocità del vento negli ultimi 10 anni.

Zhenzhong Zeng, professore all’università di Princeton e autore principale del rapporto, si è detto sorpreso dai risultati dello studio, avviato per analizzare il rallentamento della velocità del vento su scala globale.

I risultati segnano infatti un’inversione rispetto ad una tendenza alla diminuzione della velocità del vento rilevata negli ultimi tre decenni, che minacciava di dimezzare il potenziale eolico mondiale entro la fine del secolo. Milioni di nuovi edifici nel mondo avrebbero infatti funzionato un po’ come veri e propri frangivento negli ultimi decenni, rallentandone la velocità fino del 2,3% ogni decennio dalla fine degli anni ’70.

Ma il surriscaldamento avrebbe iniziato a più che controbilanciare l’aumento della “rugosità” della superficie terrestre, provocata dalla crescente urbanizzazione.

Secondo Zeng, l’accelerazione inaspettata dei venti potrebbe già aver svolto un ruolo maggiore rispetto alle innovazioni tecnologiche nel migliorare l’efficienza dei parchi eolici negli Stati Uniti .

La ricerca, pubblicata su Nature Climate Change, indica che ventosità globali più elevate potrebbero continuare per almeno un altro decennio, dando una spinta importante alla produttività dei parchi eolici.

Secondo Adrian Chappell, docente dell’università di Cardiff e coautore del rapporto, il rapido aumento della velocità del vento globale fa ben sperare per la crescita delle energie rinnovabili, fondamentale per mantenere il riscaldamento globale sotto 2° C.

“Riteniamo che il nostro studio aumenti la comprensione su come i cambiamenti climatici influenzano il vento e invitiamo più scienziati a concentrarsi su questa importante variabile climatica”, ha affermato Zeng. “Lo studio del vento può anche far luce sui meccanismi dinamici del cambiamento climatico”.

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