I vantaggi del Conto Termico per impianti a biomasse medio-grandi

Laboratorio Metrologico Ternano

I vantaggi del Conto Termico per impianti a biomasse medio-grandi

23 Aprile 2019 Articoli caldaie a biomasse conto termico 2.0 incentivi biomasse 0

Il Conto termico si applica molto bene anche all’installazione di medi e grandi impianti. Infatti, la potenza massima post-intervento (somma delle potenze della nuova caldaia installata e di eventuali altri generatori esistenti nella stessa unità immobiliare) può arrivare fino ai 2 megawatt.

Per questo motivo esso può rappresentare un’ottima opportunità anche per le aziende che intendono intervenire sugli impianti termici dedicati alla climatizzazione invernale.

Le aziende possono accedere al Conto termico solo in caso di sostituzione di un impianto esistente dedicato esclusivamente alla climatizzazione invernale (ed eventualmente alla produzione di acqua calda sanitaria).

Non è prevista l’ammissione agli incentivi per gli impianti che producono calore di processo (fatta eccezione per il solare termico).

In questo articolo presentiamo l’esperienza di un’azienda che produce mobili e complementi di arredo, che ha optato per un intervento di riqualificazione dell’impianto di climatizzazione invernale nel proprio sito produttivo.

Esco Agroenergetica si è occupata dell’iter che ha permesso all’azienda di ottenere l’incentivo.

Tipo di intervento

Il sito produttivo si trova nel nord Italia e la zona dedicata alla produzione era riscaldata da una caldaia a biomasse (930 kW) installata 15 anni prima, in discreto stato di conservazione e con un rendimento dell’85%, dotata però di un bruciatore decisamente più vecchio e in pessime condizioni di conservazione. Il vettore energetico proveniva in parte dagli scarti di lavorazione e in parte dalla fornitura diretta dei rivenditori.

L’intervento è consistito nella sostituzione della caldaia e del bruciatore con una nuova caldaia a cippato di 600 kW (rendimento del 92%).

La caldaia installata climatizza un unico ambiente nel quale sono presenti i terminali di emissione (aerotermi) e viene anch’essa alimentata in parte con gli scarti di lavorazione (legno vergine) e in parte tramite il cippato acquistato da terzi.

Adempimenti tecnici

Per l’installazione di impianti sopra i 500 kW, come in questo caso, le Regole applicative richiedono una prova in campo per la misurazione delle emissioni in atmosfera, test che infatti è stato eseguito da un laboratorio accreditato e che ha portato a registrare livelli emissivi molto bassi, anche grazie all’installazione di un filtro multiciclone e di un filtro a maniche.

L’accumulo termico è stato dimensionato (6.000 litri di capacità) in modo da garantire un’adeguata funzione di compensazione di carico, con l’obiettivo di minimizzare i cicli di accensione e spegnimento.

La termoregolazione dell’unico ambiente riscaldato è affidata a una centralina che regola la temperatura ambiente che, agendo sulla portata dell’aria attraverso la variazione della velocità dei ventilatori, modula la potenza di scambio con le batterie ad acqua degli aerotermi.

In questo modo viene regolata la temperatura dell’ambiente, in conformità con quanto previsto dalle Regole applicative con riferimento alla termoregolazione. Generalmente il Gse (Gestore servizi energetici) chiede che siano installati su tutti i corpi scaldanti elementi di regolazione di tipo modulante agente sulla portata, tipo valvole termostatiche a bassa inerzia termica. Ma sono previste anche alcune deroghe: di una di queste è stato possibile avvalersi in questo caso per ottenere l’incentivo.

L’intervento ha previsto anche l’installazione di un sistema di contabilizzazione dell’energia termica, obbligatoria per gli interventi con potenza termica utile superiore a 200 kW.

I principali documenti tecnico-amministrativi che sono stati predisposti per accedere all’incentivo sono:

  • L’asseverazione di un tecnico abilitato
  • Il certificato del corretto smaltimento della caldaia e del bruciatore
  • La relazione tecnica di progetto corredata degli schemi funzionali di impianto
  • La diagnosi energetica pre-intervento e attestato di prestazione energetica post-intervento
  • L’analisi del cippato autoprodotto (derivato dagli scarti di lavorazione) da parte di un laboratorio accreditato.

Benefici economici

Per l’installazione di una caldaia a biomasse di 600 kW in zona climatica E, con coefficiente premiante 1,5 (bassi livelli emissivi) l’incentivo è pari a 137.500 euro in 5 anni (27.540 €/anno).

In questo caso però, l’incentivo effettivamente erogato al Soggetto responsabile è stato inferiore – pari a 104.000 euro – perché la spesa totale per l’intervento, al netto dell’Iva, è stata complessivamente di 160.000 euro. In questo caso si tratta di un’azienda di piccole dimensioni, quindi il tetto massimo dell’incentivo è pari al 65% della spesa sostenuta.

L’azienda ha ricevuto anche un piccolo incentivo pari al 50% delle spese sostenute per la diagnosi energetica e per l’attestato di prestazione energetica (circa 1.500 € – vedi box sotto).

In questo specifico caso, poiché l’impianto era ormai obsoleto e poco efficiente, l’imprenditore ha deciso per l’intervento consapevole del fatto che, sostituendo un generatore a biomasse con un altro sempre alimentato con biomasse, l’ammortamento dell’investimento si sarebbe spalmato solo nel lungo periodo perché non si sostituiva un combustibile costoso con uno meno costoso (come invece potrebbe accadere sostituendo una caldaia a gasolio con una a cippato).

L’obiettivo infatti non era l’investimento in sé e la sua redditività in un tempo sufficientemente breve, quanto la riqualificazione dell’impianto termico esistente.

I risparmi annui dovuti all’installazione della nuova caldaia più performante sono stati stimati intorno al 15-20% rispetto ai costi preintervento per l’acquisto del combustibile, per la gestione e la manutenzione dell’impianto (grafico 1).

La possibilità di accedere al Conto termico ha avuto un ruolo determinante nella decisione dell’imprenditore di dare corso all’intervento, che gli ha permesso di installare una macchina più performante, efficiente e meno inquinante, con la certezza di recuperare in 5 anni il 65% dell’investimento, al quale andranno ovviamente sommati i risparmi conseguiti.

Ringraziamo AIEL per l’autorizzazione alla pubblicazione dell”articolo apparso su AGRIFORENERGY (n. 1/2019), rivista tecnica di AIEL Associazione Italiana Energie Agroforestali. L’articolo è a cura di Valeria Verga (Esco Agroenergetica srl).

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