Dagli investitori istituzionali 200 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni per le rinnovabili

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Dagli investitori istituzionali 200 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni per le rinnovabili

14 Febbraio 2019 Articoli finanza verde fondo investimenti rinnovabili Octopus sostenibilità ambientale 0

Oltre 200 miliardi di dollari in più in progetti a rinnovabili da fondi pensioni e altri investitori istituzionali nei prossimi cinque anni: questa è la stima appena diffusa da Octopus Investments, il fondo inglese specializzato negli investimenti in fonti rinnovabili (lo stesso che ha finanziato il primo parco fotovoltaico italiano in market parity a Montalto di Castro, vedi qui).

La previsione si basa su un sondaggio online realizzato da CoreData Research tra settembre e ottobre 2018, su un campione di cento investitori istituzionali di tutto il mondo: fondi pensione, compagnie assicurative, banche private e così via, che nel complesso gestiscono quasi settemila miliardi di dollari (6,8 trillion) di asset finanziari.

Dalle risposte emerge che il 67% del campione intervistato già investe in energie rinnovabili, e sta pianificando di incrementare l’esposizione finanziaria nei settori green dal 4,4% di media attuale al 7,4% entro cinque anni.

Inoltre, si legge nel documento di Octopus Investments, il 42% di chi già investe in tecnologie pulite ha in mente di espandere fino al 10% il “peso” complessivo dei portafogli azionari-obbligazionari che riguardano le fonti energetiche a basso impatto ambientale, soprattutto i grandi impianti eolici e fotovoltaici utility-scale connessi alla rete elettrica.

E chi invece non ha ancora puntato sulle fonti rinnovabili, pensa di investire quasi il 6% dei suoi capitali in questo settore nei prossimi cinque anni.

Arriviamo così a circa 210 miliardi di dollari in totale di nuovi investimenti verdi previsti dalla ricerca, come riassume lo schema seguente (figura 2 a pag. 10 del documento allegato).

A spingere gli investitori istituzionali a destinare più soldi verso le rinnovabili, evidenzia il rapporto del fondo inglese, sono soprattutto tre elementi: il più importante (per il 66% di chi già investe green) è la strategia di variare il portafoglio di azioni e obbligazioni, peraltro in un settore poco correlato alle fluttuazioni degli altri mercati finanziari.

Decisiva, poi, tra le spinte agli investimenti verdi, è la volontà di includere i criteri di sostenibilità ambientale negli investimenti (ESG: Environmental, Social and Governance) per diversi motivi, tra cui la maggiore richiesta di questo tipo di prodotti finanziari da parte dei nuovi clienti (si parla anche di “greener” millennials), in modo da allinearsi alle tendenze globali in campo finanziario (qui entra in gioco anche l’immagine: il fondo vuole essere identificato come green, attento all’ambiente e al futuro del Pianeta).

Ma ci sono pure delle difficoltà nell’inserire questi criteri ESG nella gestione degli strumenti finanziari, ad esempio la mancanza di dati attendibili e certificazioni sulla reale “sostenibilità” di aziende e progetti presunti green.

Un terzo elemento decisivo che porta a incrementare gli investimenti in rinnovabili, evidenzia Octopus Investments, è la necessità di assicurarsi un ritorno stabile e prevedibile del denaro impegnato.

La tabella seguente (figura 4 a pag. 10 del documento) mostra tutti i principali “driver” degli investimenti in rinnovabili, con le diverse percentuali a livello globale e divise per alcune aree geografiche.

Guardando infine alle barriere che frenano la finanza verde – vedi anche la tabella sotto: è la figura 14 a pag. 18 del documento – il campione intervistato mette ai primi tre posti, rispettivamente, le incertezze sui prezzi futuri dell’energia, i problemi di liquidità e la mancanza di competenze/conoscenze adeguate in questo settore nell’ambito del proprio fondo.

Anche gli ostacoli burocratici (Governmental/regulatory barriers) sono un freno importante, citato dal 33% degli investitori che ha risposto al sondaggio online.

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