Climatizzatori, quanta “fame” di energia: +58% di consumi elettrici nel 2050

Laboratorio Metrologico Ternano

Climatizzatori, quanta “fame” di energia: +58% di consumi elettrici nel 2050

25 Giugno 2019 Articoli cambiamenti climatici climatizzatori climatizzazione consumi elettricità ondate di calore surriscaldamento globale temperature 0

Entro fine secolo in più di mezzo mondo, letteralmente, ci sarà il rischio di ondate di calore da record causate dai cambiamenti climatici: così le persone dovranno accendere i climatizzatori sempre più spesso per sopportare le temperature “estreme”.

Un nuovo documento pubblicato su Nature Communications (allegato in basso), Amplification of future energy demand growth due to climate change, prova a stimare l’impatto del surriscaldamento globale sull’incremento dei consumi energetici per raffrescare i luoghi in cui si vive e si lavora, soprattutto gli uffici, le abitazioni, i negozi, le industrie.

Gli autori dello studio – tra questi l’italiana Enrica De Cian, docente di Economia ambientale presso l’Università Ca Foscari di Venezia – hanno combinato una serie di parametri socioeconomici e modelli climatici per capire come potrebbe presentarsi la situazione nel 2050 nelle diverse aree del nostro Pianeta.

Secondo i ricercatori, un aumento “vigoroso” delle temperature medie terrestri farà salire del 25-58% la domanda di energia correlata ai cambiamenti climatici (climate-exposed energy demand); con un surriscaldamento moderato, invece, l’innalzamento dei consumi energetici per la climatizzazione degli ambienti sarà più contenuto (11-27%) in base alle varie zone geografiche.

A soffrire di più il caldo, precisa lo studio, saranno i paesi nelle fasce tropicali e nelle medie latitudini, dove si avranno fino a 75 giornate in più con temperature medie giornaliere sopra 27,5 gradi centigradi da oggi al 2050, mentre si avranno fino a 40 giornate “fredde” in meno (quelle con temperature medie giornaliere inferiori a 12,5 gradi).

Quindi nei Tropici e nelle regioni meridionali degli Stati Uniti, si legge nella ricerca, è lecito aspettarsi incrementi del 50% o più per la domanda energetica per il raffrescamento; per l’Europa meridionale e la Cina, invece, si parla di un +25% circa.

Mentre alcuni territori vedranno una riduzione dei consumi energetici finali considerando sia il raffrescamento sia il riscaldamento, perché il clima complessivamente più mite farà calare l’utilizzo di elettricità e combustibili per riscaldare gli ambienti durante l’inverno.

Ricordiamo che secondo lo studio citato all’inizio, Setting and smashing extreme temperature records over the coming century, se ci sarà una crescita continua delle emissioni di gas climalteranti, il 58% del nostro Pianeta potrebbe essere interessato da un nuovo record di temperatura massima almeno una volta l’anno entro il 2100.

Inoltre, aggiunge la stessa ricerca, lo scenario con elevate concentrazioni di gas-serra include una probabilità molto più alta per i cosiddetti “record-smashing”, cioè record di temperature che battono quelli precedenti con un ampio scarto (almeno mezzo grado in più).

La tendenza, insomma, è di un aumento delle temperature medie con una maggiore frequenza e intensità di ondate di caldo sempre più infuocato, soprattutto nei paesi in via di sviluppo nelle regioni tropicali.

Ricordiamo, inoltre, che un rapporto della IEA, Future of Cooling (vedi qui) stima che l’uso massiccio dei climatizzatori in tutto il mondo farà esplodere i consumi elettrici globali.

L’agenzia internazionale dell’energia, infatti, ritiene che nel 2050 ci saranno almeno 5,6 miliardi di apparecchi per la climatizzazione a livello globale; oggi sono circa 1,6 miliardi.

E nello scenario base che proietta al 2050 le politiche business-as-usual, la IEA stima che triplicherà il consumo energetico per la climatizzazione, arrivando a 6.200 TWh, con il settore residenziale responsabile di circa il 70% di tale incremento.

Un’evoluzione di questo tipo, spiegano gli analisti della IEA, porrà diverse sfide ai sistemi elettrici di vari paesi. Ad esempio in India si presume che i climatizzatori contribuiranno in buona parte a innalzare i picchi di domanda energetica in certe ore del giorno (il 45% dei carichi di picco sarà attribuibile alle unità AC).

Secondo le proiezioni, serviranno circa 2.500 GW di potenza aggiuntiva, tra le diverse fonti di generazione elettrica, per coprire la “fame” energetica della climatizzazione nel 2050 nel Baseline Scenario, una potenza superiore all’attuale capacità installata complessivamente negli Stati Uniti, in Europa e in India.

La IEA, quindi, propone uno scenario di maggiore efficienza, Efficient Cooling Scenario, dove al 2050 la richiesta di elettricità per la climatizzazione sarà intorno a 3.400 TWh, il 45% in meno in confronto al quadro di riferimento.

Per raggiungere questi risultati, l’agenzia esamina molteplici soluzioni, tra cui gli interventi sugli edifici, soprattutto l’isolamento termico, ma ritiene che la via più efficace e rapida sia rendere i climatizzatori più efficienti e “puliti”, introducendo standard obbligatori sempre più severi sulle prestazioni minime, minimum energy performance standards (MEPS).

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